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    L’America, il nuovo mondo, un territorio tanto vasto quanto ricco di immense risorse, è sempre stata una grande parentesi disgiunta dal resto del mondo e allo stesso tempo strettamente collegata a questo stesso. Ciò, tuttavia, non è testimoniato esclusivamente sulle pagine dei libri di storia babbani, ma anche in quelli magici, ben più diversi e articolati ma di certo non troppo diversi. Nel nostro viaggio fino ai giorni d’oggi, dunque, partiremo da tempi molto lontani, tempi ben noti e tempi invece più nascosti nell’abisso oscuro della storia.
    Siamo abituati a parlare di America da quell’anno, il 1492, in cui il famoso Cristoforo Colombo sbarcò sulle sue coste credendo di trovarsi nelle Indie senza invece rendersi conto di aver involontariamente scoperto un nuovo continente e segnato così il resto dei secoli a venire. Questo fatto non differisce di molto tra babbani e maghi, non a caso anche le stirpi magiche cominciano a parlare di questo territorio proprio a partire da quel momento, ma non bisogna pensare che prima di allora vi fosse il vuoto. Non a caso le zone dell’America del Nord come anche quelle del Sudamerica erano già da molto tempo prima abitate da comunità magiche indigene solite a radunarsi in tribù. La loro magia non era sviluppata come quella del resto del mondo, ma era proprio quella loro forma più primitiva di praticarla ad aver fatto in modo che vivessero in pace tra di loro per così tanto tempo. Non esistevano fazioni oscure, non vi erano giochi di potere e le razze magiche convivevano le une con le altre in totale armonia, sfruttando i propri poteri esclusivamente per il bene della propria comunità. Fu dunque l’arrivo degli europei a sconvolgere quella pacifica situazione, nello specifico la fondazione di colonie inglesi, spagnole e francesi per tutto il territorio del Nord America. Non a caso furono molti i maghi che decisero di cercare fortuna in quel nuovo quanto vastissimo territorio. Si trattava di maghi oscuri e non, stirpi magiche che nonostante le loro divergenze trovarono il modo per appianare i propri conflitti in virtù di un bene più grande, di una sete di potere che in un continente talmente immenso non avrebbe potuto far altro che aumentare in quanto a risonanza. L’idea generale, insomma, era che una volta impadronitisi dell’America, il resto sarebbe venuto da solo. Non fu nemmeno troppo difficile espugnare le comunità magiche autoctone: non a caso queste, avendo sempre vissuto pacificamente, conoscevano poco le arti belliche e avevano una preparazione ben meno solida riguardo gli incantesimi tipici del duello. Ma quello che non avevano in tecnica compensavano con l’onore: la resistenza fu strenua, la lotta fu dura e le perdite furono innumerevoli. Entrambe le parti ebbero bisogno di una tregua di qualche mese per rimettere in piedi le proprie forze. Fu in questo decisivo momento che i fronti si divisero ulteriormente: le comunità di Veela e quelle di Licantropi si allearono con le stirpi magiche autoctone, mentre quelle di Vampiri decisero di volgere il loro favore a quei nuovi conquistatori che apparivano gli indiscussi vincitori di quella che ormai era diventata una vera e propria guerra. Fu dunque il tradimento dei Vampiri a determinare le sorti del territorio, portando i secolari abitanti magici del luogo ad un inevitabile massacro. Le antiche e pacifiche comunità magiche americane vennero quasi totalmente annientate, i lupi mannari furono costretti a fuggire e disperdersi in vari branchi e la popolazione Veela venne ridotta in schiavitù. La situazione che si andò a creare fu dunque piuttosto frammentaria e per la maggior parte vedeva divisioni e contrasti tra razza e razza.
    L’egemonia era dunque nelle mani dei maghi colonizzatori europei, i quali riproposero un modello di governo in tutto e per tutto simile a quello instaurato nel resto del mondo: al centro vi era il Ministero della magia, guidato da un Ministro purosangue affiancato dal Wizengamot e dagli altri organi operanti, mentre alle sue spalle i giochi erano per la maggior parte gestiti da quelle famiglie purosangue che ormai avevano rivendicato la loro nobiltà e i loro diritti sul territorio. Il centro nevralgico era New York, lì dove risiedeva il Ministero e la comunità magica più vasta. Per quanto riguardava il resto, il territorio americano era per la maggior spartito tra le varie famiglie purosangue europee, le quali, in seguito alla decretata vittoria, tradirono il patto stretto con i vampiri e ne sterminarono la gran parte pur di non dividere con loro le aree conquistate.

    Maghi europei
    In seguito alla guerra i maghi emigrati dalle regioni europee (principalmente dall’Inghilterra), furono senza dubbio quelli ad acquisire più potere. Portarono in America la loro forma di governo così come le loro tradizioni, il loro sistema educativo e gran parte degli usi e dei costumi. Subito dopo il conflitto venne convocata tra di loro un’assemblea degli esponenti di maggiore spicco e tra questi venne scelto un prestigioso mago purosangue come capo del governo magico. Per molto tempo, poi, ogni carica ministeriale fu strettamente legata a quella cerchia aristocratica che si era andata a creare, precludendo l’ascensione politica ai mezzosangue e ai nativi americani – che fossero semplicemente maghi o di altre razze –. In sintesi il potere era completamente accentrato nelle mani della ristretta cerchia nobiliare delle famiglie dal sangue puro, le quali solo dopo molto tempo scesero in parte dalle loro convinzioni e cominciarono a stipulare i vari patti.

    Maghi indigeni
    Quei maghi che fino all’arrivo dei coloni europei avevano sempre costituito la popolazione magica americana furono violentemente estirpati dalla faccia del continente. In pratica non esistono più, la loro fazione è completamente scomparsa e i pochissimi sopravvissuti vennero costretti a rifugiarsi in riserve alla fine della guerra. Tuttavia, sebbene in numero ridottissimo, la loro popolazione non ha mai smesso di nutrire un fortissimo odio nei confronti dei colonizzatori, con i quali non scesero mai a patti e rifiutarono di accettarne gli stili di vita. Non hanno un vero e proprio territorio, ma sono sparsi per tutto il continente e costretti in piccolissime riserve lontane dai centri abitati. La maggior parte della loro vita si svolge lì e gli abitanti hanno sempre portato avanti le antiche tradizioni dei loro valorosi antenati.

    Licantropi
    I licantropi furono forse gli unici a capire in tempo quanto la situazione stesse degenerando all’interno del territorio che una volta conoscevano. Fino a quel momento erano stati abituati a vivere in branchi enormi per poi unificarsi solo con l’avvento della guerra in un’unica fazione compatta. Tuttavia, cominciato lo sterminio delle antiche stirpi magiche americane, quasi nessuno di loro decise di rimanere ad assistere ad una più che sicura estinzione e ancora una volta il loro fronte si separò, questa volta in branchi di dimensioni molto più ridotte rispetto a quelle originarie. Si dispersero nel vasto territorio, diventando per la maggior parte nomadi. Fu solo in un secondo momento, una volta che la nuova situazione territoriale si fu affrancata, che cominciarono a divenire più stazionari e a prendere posto in un determinato luogo.
    Ora come ora la maggior parte di loro risiede nelle regioni più a sud, lì dove la loro presenza è maggiormente accettata dalle vecchie colonie magiche europee. Tuttavia non mancano branchi in altri territori, sebbene questi siano più disparati e dediti a vivere al di fuori delle comunità di maghi.

    Vampiri
    I vampiri non sono mai stati soliti a vivere in gruppi particolarmente ampi, ma hanno sempre preferito piuttosto la solitudine, o comunque radunarsi in piccoli gruppi che possono essere considerati al pari di famiglie. Tuttavia, in seguito al loro tradimento nei confronti delle comunità autoctone, non vennero mai più accettati da nessun altro schieramento: né da quello a cui avevano prestato la loro fedeltà, ovvero quello dei colonizzatori, né tanto meno da quello degli antichi abitanti dell’America. Furono dunque costretti a disperdersi, ormai ritrovatisi privi di alcun territorio e mal visti praticamente dall’intera popolazione magica del luogo. Per la maggior parte restarono nel centro America, soprattutto addossati nella parte più occidentale, ma comunque il loro esodo interessò tutto il territorio. Ora come ora i vampiri vivono per lo più da soli o in gruppi ristretti e per la maggior parte nei centri urbani più proliferi.

    Veela
    Le Veela, fondamentalmente, furono la comunità che più subì le conseguenze della guerra. Non a caso, dopo la fuga dei licantropi e lo sterminio dei maghi indigeni, vennero prese dai colonizzatori come capro espiatorio della ribellione americane e come tale vennero punite in nome di tutti gli altri ribelli. Siccome la loro popolazione era sempre stata ridotta non fu difficile assoggettarle e ridurle in schiavitù, sottoponendole alle peggiori umiliazioni da parte dei maghi ormai in potere. Nei tempi immediatamente successivi alla guerra essere Veela non era di certo una bella cosa: si era considerati al pari di animali, trattati come la peggiore feccia, ghettizzati all’interno delle aree urbane e sfruttati per i comodi della stirpe egemone. Qualsiasi cosa succedesse, la colpa veniva immediatamente data alla popolazione Veela. Solo dopo molti decenni queste riuscirono ad affrancarsi, prendendo coraggio dalla concessione di terreni che era stata data ai licantropi e alleandosi con le famiglie di maghi di mentalità più aperta. Tuttavia la loro dignità le portò a palesarsi esclusivamente per richiedere la loro fetta di territorio, per poi scomparirvi all’interno. Ora come ora la maggior parte di loro abitano le regioni del nord, ma non sono in poche ad essere emigrate in Canada o addirittura fuori dal territorio americano. La loro comunità più conosciuta è quella in Alaska, ma la maggior parte si trovano sulla fascia immediatamente sottostante al Canada.
    Le Veela sono ormai diventate una fazione prettamente individualista, decidendo di non immischiarsi mai più nei conflitti altrui e di rimanere in ogni caso neutrali se non per salvaguardare la propria specie. Non vedono di buon occhio le altre razze, soprattutto i vampiri e i licantropi, che considerano traditori.


    In seguito alle emancipazioni delle varie razze il clima migliorò sicuramente, instaurando una parvenza di pacificità all’interno di tutto il territorio americano. Tuttavia questa rimane appunto solo una facciata, poiché al di sotto delle apparenze cova una lotta per il potere ben più radicata di quella tra popolazioni locali e colonizzatori. Ormai la vecchia guerra ha irrimediabilmente distrutto i rapporti tra qualsiasi fazione, insinuando un celato clima di sfiducia e sospetto che non smette di serpeggiare: ogni razza è decisa a rivendicare il proprio potere, ad affermarsi e a porre la propria egemonia su ciò che è stato strappato dalle proprie mani. Le alleanze sono insidiose, le rivalità forse ancor più pericolose in questo gioco che vede tutti contro tutti mentre la sede ministeriale si ritrova nell’occhio del ciclone, contesa tra forze che non intendono arrendersi. Proprio quelle famiglie purosangue che un tempo hanno vinto la guerra, ora potrebbero ritrovarsi vittime di ciò che loro stessi hanno iniziato: un ciclo continuo di avvenimenti mossi dal desiderio di potere e vendetta.
     
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